Come ottimizzare una risorsa online in 10 mosse: on-page SEO.

Hai effettuato una corretta ricerca di parole chiave ed argomenti che possano interessare la comunità di riferimento e i clienti potenziali che il tuo brand, prodotto o servizio, vuole attrarre.

Conosci perfettamente gli argomenti che vuoi trattare, hai mappato i contenuti da proporre, hai steso una bozza di post con una buona parola chiave principale, o focus keyword, e hai già chiara la sequenza di parole chiave secondarie e variazioni.

Il primo importante passo è fatto.

Adesso, dopo aver inserito il tuo testo nel tuo content management system (o CMS, se conosci lo slang), devi adottare una serie di accorgimenti fondamentali per rendere il post e le risorse in questo contenuto pienamente intellegibili. Tanto dagli utenti quanto dai bot dei motori di ricerca.

Sei pronto a fare della on-page SEO.

Una buona strategia SEO on-page parte da una ricerca puntuale

I fondamenti della on-page SEO: allineare e strutturare i piani del tuo contenuto.

La pratica nota come on-page SEO si riferisce a tutti gli accorgimenti da prendere nella formattazione della pagina web e del suo contenuto, al fine di ottenere un miglior posizionamento nei motori di ricerca (Google, in primis) per le parole chiave prescelte.

Un miglior posizionamento significa un maggior traffico pertinente e di valore per il proprio sito web. Ne abbiamo già accennato in un precedente articolo, dedicato all’introduzione all’on-page SEO.

La realtà del ranking e delle sue regole è più complicata, in costante evoluzione, e una buona SEO on-page è solo una parte di un più ampio insieme (SEO tecnica, SEO off-page, digital PR, offline branding), ma è importante. Non si tratta di un processo basico, ma fondamentale.

Per aiutarti in questo, ti lascio qui la lista delle cose che faccio ogni qualvolta approccio il tema dell’ottimizzazione SEO per i post: che si tratti di risorse, articoli, interviste o prodotti per il tuo e-commerce, il processo non cambia.

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Circa il 94% delle ricerche online viene effettuato tramite Google

1. Inserisci la keyword principale nel titolo SEO della tua pagina

La presenza della tua focus keyword (con tag H1, ovviamente), nel titolo SEO della pagina è il primo e più importante segnale di ranking, tanto per Google quanto per tutti gli altri motori di ricerca. 

Il titolo SEO (o titolo di pagina) è quello che compare come primo elemento nei risultati di ricerca. Possibilmente, usa anche lì la tua parola chiave principale, senza inserirvi secondarie, o variazioni.

E ricorda di non superare una certa lunghezza in termini di caratteri, per non avere il tuo titolo troncato: cerca di restare entro i 60 caratteri, spazi inclusi.

2. Inserisci la tua keyword principale nell’URL della tua pagina

Altro importante accorgimento, e segnale importante tanto per i bot quanto per gli utenti: usa la tua focus keyword nell’URL della pagina web che stai pubblicando. Rendi il tutto leggibile e user-friendly per i tuoi lettori. 

Evita di usare impostazioni casuali per l’URL, e assicurati di non superare i 70 caratteri, ed evita l’uso delle cosiddette “stop words”, ovvero congiunzioni e preposizioni, verbi, esclamazioni, e così via: elementi che non aggiungono nulla al tuo URL, in termini di informazioni.

Molti studi in merito hanno dimostrato che URL più corti e leggibili hanno migliori possibilità di ranking. Tieniti sui 70 caratteri per il tuo permalink, se riesci. Importante sia leggibile e chiaro.

3. Inserisci la tua parola chiave principale nella meta descrizione della risorsa

Secondo la definizione di Google Search Central stessa, una meta descrizione è

il pitch che convince l’utente che il contenuto sia esattamente quello che sta cercando”.

È una meta tag, non deve superare i 140 caratteri, idealmente, e informa l’utente circa contenuto della pagina. A volte comparirà nelle SERP, a volte no, a seconda se Google la reputerà utile agli utenti oppure no. Tu ottimizzala, comunque.

4. Inserisci la focus keyword all’inizio e all’interno del testo

Utilizzerai la tua parola chiave principale all’inizio del tuo contenuto, e poi correttamente la ripeterai. All’interno del testo, potrai usare anche parole chiave secondarie e variazioni della principale, ma senza esagerare. 

Il testo non deve risultare però innaturale in termini di ripetizioni e densità: il cosiddetto keyword stuffing, ovvero ripetere le parole chiave per un imprecisato numero di volte, non serve a nulla, ed è anzi controproducente. 

Ogni parola chiave, ogni argomento, tutto compone un unico sistema.

5. Assicurati che il testo abbia una lunghezza minima di 600 parole

Negli ultimi anni, a molti SEO e webmaster la strategia di Google e dei principali motori di ricerca, nell’innovare e rinnovare i loro algoritmi, ha sembrato privilegiare il ranking del cosiddetto long-form content.

I motivi possono essere diversi, le ipotesi concordano nel vedere una regia precisa in ottica di user satisfaction

Posto che non ci è dato sapere precisamente come gli algoritmi funziono, siamo tutti d’accordo nel dire che le risorse molto lunghe (dalle 2000 parole parole in su, circa 6000 battute) in molti casi sono quelle che garantiscono il maggiore ranking. 

Google vuol restare la macchina delle risposte per eccellenza, andando a soddisfare le domande più disparate. Quindi, se noi riusciamo a fornire risorse adeguate e ben strutturate alle risposte in questione, oltre a rendere un servizio al nostro prospect, lo rendiamo a Google, che tenderà a premiare le nostre risorse/risposte con un buon posizionamento nei risultati organici dei motori di ricerca.

Il sistema E-E-A-T: il nuovo mantra di Google Search.

Ovvero, “Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness”.
Esperienza diretta, competenza e conoscenze specifiche in materia, rendono la persona che scrive autorevole circa un argomento, e degna di fiducia.

La cosa che interessa i motori di ricerca, e gli algoritmi che adottano sistemi di intelligenza artificiale per il crawling e l’indicizzazione, è che i contenuti che forniscono agli utenti che li ricercano siano informativi, esaustivi sull’argomento, e che siano scritti da qualcuno esperto in materia e affidabile.

Intuitivamente, posto che tutto questo implica molte e lunghe dissertazioni che non faremo qui e adesso, una risorsa di lunghezza maggiore sarà più strutturata ed esaustiva su un determinato rispetto ad una risorsa più corta.

Per ulteriore chiarezza, riportiamo dal blog di Google:

E-E-A-T (o "Double-E-A-T", se preferite) ora fa parte delle nuove linee guida per i valutatori della qualità di ricerca che abbiamo appena pubblicato. Vedrete inoltre indicazioni più chiare nelle linee guida, che sottolineano l'importanza di creare contenuti che siano originali e utili per le persone e spiegano che le informazioni utili possono essere disponibili in una varietà di formati e da un'ampia gamma di fonti.

Non si tratta di idee nuove e non intendiamo di certo abbandonare il principio fondamentale secondo cui la Ricerca ha lo scopo di mostrare informazioni affidabili, soprattutto in argomenti per cui la qualità delle informazioni è di fondamentale importanza. Ci auguriamo invece che questi aggiornamenti catturino meglio le sfumature di come le persone cercano le informazioni e la diversità delle informazioni di qualità esistenti nel mondo.

Vi ricordiamo che queste linee guida vengono utilizzate dai nostri valutatori di ricerca per esaminare le prestazioni dei nostri vari sistemi di ranking di ricerca e che non influiscono direttamente sul ranking. Possono essere utili anche per gli autori di contenuti che vogliono capire come autovalutare i propri contenuti per avere successo nella Ricerca Google. La nostra pagina su come creare contenuti utili e incentrati sulle persone dispone di una sezione che spiega questo aspetto più a fondo.

Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness: è sempre possibile?

6. Usa strategicamente le parole chiave secondarie ed alternative nei sottotitoli

Uno dei fattori SEO on-page che spesso si tende a tralasciare, o non valutare a pieno, è la presenza delle parole chiave, principali e secondarie, all’interno dei tag H2 e H3. 

Sebbene questa tattica non sia un segnale importantissimo di ranking per Google, i bot non tralasciano nulla dalla scansione, ed avere una buona mappatura delle keywords nella struttura del testo aiuta ad ottenere ulteriori collegamenti al sito nelle pagine dei risultati di ricerca, i cosiddetti sitelinks

Ultimo, ma non ultimo, la corretta gestione delle variazioni e secondarie, allargando ed approfondendo i temi prescelti, aumenta la pertinenza della risorsa. Cosa che l’intelligenza artificiale inclusa negli algoritmi Google valuta, eccome.

7. Usa le parole chiave negli attributi alternativi dell’immagine: l’alt text tag

Sfatiamo un mito SEO e sveliamo l’uovo di colombo: i bot dei motori di ricerca sono ciechi. Nonostante l’arrivo dell’intelligenza artificiale e la sua inclusione negli algoritmi di scansione, i cosiddetti spider che mappano il web non “leggono” le immagini, se noi non diciamo loro cosa queste contengono.

Secondo la definizione più chiara della W3Schools:

“l'attributo alt specifica un testo alternativo per un'area, se l'immagine non può essere visualizzata.”


Quindi, dagli albori della SEO, è stato chiaro che l’alt text tag è il modo migliore per aiutare i bot a capire di cosa parlano le immagini che completano i nostri contenuti.

In questo modo, non solo garantiremo una buona esperienza utente, ma le foto e le immagini, in generale, finiranno in un indice a sé stante, garantendo ulteriori opportunità di link e traffico organico al nostro sito.

Descrivere correttamente i significati e creare internal linking, in un colpo solo.

8. Inserisci link esterni al tuo sito: collega le tue risorse tra loro


Come i link in ingresso al tuo sito da parte di altri costituiscono un’ottima referenza per il tuo progetto, così i link che tu “regali” ad altri dal tuo sito in uscita sono un segnale SEO per i motori di ricerca, e possono aiutare la tua indicizzazione.

Quindi, non temere ed inserisci dei link esterni, che colleghino la tua ad altre risorse. E lascia che siano “do follow”, anche perché ormai Google decide da sé se seguire o meno le tue indicazioni.

Ovviamente, nella scelta dei link da promuovere sii attento, e non dare collegamenti a competitori diretti del tuo prodotto o del tuo brand, per non avvantaggiarli. Ma completare la risorsa con dei link esterni a questa ne aiuterà la credibilità e rilevanza.

9. Inserisci link interni al tuo sito: collega le tue risorse tra loro

Altro punto molto rilevante, che riprende uno dei principi base di Internet: collegare le risorse tra loro, all’interno del tuo sito.

Nella frase precedente, ad esempio, ho inserito un link interno alla pagina Blog di CliqueClique.it, il modo più facile di creare interconnessione. Seguendo questa pratica, potrai strategicamente dare rilevanza a pagine più e meno importanti del tuo progetto, insieme.

Aiuterai i bot nella scansione interna, e renderai più interessante e fluida la navigazione del tuo e commerce o sito web per i tuoi lettori.

10. Usa la tua parola chiave principale solo una volta nel tuo sito


L’uso unico di una parole chiave focus per risorsa, all’interno delle tue pagine web, è una buona pratica, la migliore che tu possa avere.

Ovviamente, secondo l’intelligenza artificiale presente nell’algoritmo Google, tu potresti essere indicizzato per più di una parola chiave, ma è bene che tu scelga la tua focus keyword e la utilizzi solo una volta all’interno del tuo sito web.

On-page SEO e opportunità di crescita

In Conclusione

La pratica delle ottimizzazioni on-page SEO è un costante cantiere aperto, valutando gli andamenti del traffico organico che al sito arriva dall’uso di determinate strategie di parole chiave ed argomenti.

Secondo molti è un work in progress, e può essere estenuante, o è un esercizio zen, secondo altri, specialmente se non si ha una visione chiara del da farsi.

Vuoi saperne di più sulla on-page SEO e su come ottimizzare i tuoi contenuti?

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Introduzione alla SEO On-page: la struttura di una risorsa online.